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Driver: San Francisco

Driver: San Francisco

Indossiamo la nostra giacca di pelle marrone, e lanciamoci nella San Francisco degli anni Settanta con il ritorno della serie Driver. Ecco la nostra anteprima.

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Accelera, tira il freno a mano, inchioda a uno stop nel movimentato traffico pomeridiano, e strombazza il clacson. Riprova, portando le gomme al limite, e fai un testacoda non programmato.

Poi accelera, aspetta la curva, tira il freno a mano... scivola e sbatti contro un edificio nella strada adiacente. Poi colpisci una cabina telefonica. Un autobus. Una macchina o - Dio ci perdoni - un'auto della polizia.

Non riesco ancora a portare a termine un perfetto power-slide, e la città è disseminata di macerie. I crescenti danni collaterali risuonano nella mia testa mentre faccio un altro giro... e mi sfracello contro un furgone.

Driver: San Francisco
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Benvenuti nella prima ora in compagnia di Driver: San Francisco, ambientato negli anni Settanta. Mentre si viene guidati lentamente e solidamente nelle meccaniche di gioco e nella trama, allo stesso tempo continuiamo a brutalizzare noi e la nostra abilità di guida a suon di incidenti. Per stessa ammissione degli sviluppatori, questo è un titolo che coglie l'inseguimento automobilistico nel senso iconico del periodo storico rappresentato - sempre che si riesca a trovare il modo di fare quel perfetto power-slide.

La frustrazione non è un problema, dato che si riesce a capire quale sia quel momento perfetto quando si frena in ritardo o in anticipo. E tra gli errori che costano caro al bilancio della città, di tanto in tanto si riesce a fare un power-slide così perfetto da rendere Starsky & Hutch orgogliosi. Si tratta di imparare dai propri errori e di correggerli fintantoché non si giunge alla perfezione.

È una lezione che Reflections sta applicando a tutta la serie Driver.

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Il franchising ha visto un numero crescente di titoli completamente sbagliati nel corso dei suoi dodici anni di storia, che oggigiorno assomiglia più a un relitto che a un classico vintage, fino a quando Parallel Lines ha iniziato a lavorare sulle console nel 2006. Secondo il direttore creativo Martin Edmonson, era ora di tornare indietro, tra i banchi della scuola guida.

Così, dopo cinque anni di sviluppo, questo è ciò che tutti i vari ripensamenti hanno prodotto: si torna indietro nel tempo, ci si rimette al lavoro, si torna alle origini.

Siamo nella San Francisco degli anni Settanta (in una versione condensata della città reale, al fine di evitare lunghe escursioni tra i punti obiettivi), e si guida in compagnia del detective Tanner. Non ci sono da fare chilometri a piedi: tutto il gioco, trama inclusa, si svolge sui veicoli iconici di San Francisco.

Beh, non completamente. L'intero gioco, a parte il tutorial, a meno che Relfections non cambi idea, e l'ultimo atto del gioco, si svolge nella testa di Tanner, un poliziotto che si sogna l'intera esperienza dopo che un incidente d'auto lo ha mandato in coma.

Driver: San Francisco

L'ambientazione è perfetta per spiegare le meccaniche centrali del titolo, che chiameremo "la potenza del tasto Shift". Tutto ruota attorno a potenziare le automobili, in stile Ghostbusters, dato che si può possedere un qualsiasi pilota all'interno della propria città onirica con la semplice pressione di un tasto. Il che significa avere accesso a una vasta gamma di auto - Reflections mette in lista 140 veicoli su licenza - così come una varietà di missioni che si attivano solo con determinati veicoli.

Non è macchinoso come Battlefield, però, e non si è limitati alla linea dell'orizzonte. Basta premere il tasto Shift e per giungere rapidamente a una vista dall'alto della città. È possibile ingrandire o rimpicciolire, e muovendo il cursore su un qualsiasi veicolo, compare una lista di statistiche, in modo da poter trovare una auto in sintonia con ciò che ci viene richiesto di fare.

Quelle meraviglie a quattro ruote che includono una missione sono evidenziate sulla mappa, e rappresentano un gruppo a parte. Nello spazio dell'ora iniziale del gioco abbiamo potuto sperimentare una gara di sorpassi nel traffico senza incidenti, una lotta per rimanere incollati al paraurti di un criminale in fuga mentre siamo al volante di una macchina della polizia, la corsa in ospedale in ambulanza con un paziente morente, giocando sia come regista e stuntman di una squadra in cerca di notizie eccitanti per il proprio programma delle "auto più pazze del mondo".

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Queste missioni secondarie si mescolano alla progressione necessaria, alcune devono essere completate per sbloccare l'obiettivo successivo correlato alla storia principale. Si può sospettare che ciascun livello della storia sarà preceduto da una moltitudine di personaggi che si alterneranno e da diverse professioni, ciascuna con la propria mini-storia e le chiacchiere tra guidatore e passeggero. Anche se avrei preferito inoltrarmi di più nella storia principale prima di separarmi dai vari personaggi, la storia mostra di essere davvero molto diversificata.

Tanner è l'unico ad essere in grado di prendere il controllo della mente e l'aspetto fisico della sua vittima. Mentre il poliziotto sembra accettare i suoi nuovi poteri in tempi relativamente brevi (i danni cerebrali fanno questo e altro), gli avvenimenti nel mondo reale influenzano il paesaggio onirico di Tanner. Mentre nell'ora iniziale abbiamo solo notato dei cartelloni pubblicitari trasformarsi con le parole parole ele frasi ascoltate da Tanner, ci potrebbe essere spazio per qualche gioco "alla Inception" tra i due mondi. Cosa potrebbe essere, però, non ci è dato saperlo: una domanda per lo sviluppatore porta a un sopracciglio alzato e a una risposta molto sfuggente.

Il mio tempo con il gioco termina con una brusca frenata in un garage. Qui le nostre auto danneggiate vengono riparate istantaneamente, e si apre un sotto-menu per permetterci di acquistare nuovi garage, auto e potenziamenti. I primi fungono da punti di spostamento rapido nella metropoli, e sono dieci in tutto. Le auto disponibili sono perfette per esplorare un po' la città, e devono essere guadagnate attraverso la "forza di volontà", la valuta in Driver, ottenuta attraverso il completamento delle missioni.

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Un problema che ho notato è lo stesso di tutti i titoli sandbox - la possibilità di perdersi. La città è stata costruita con alcuni paesaggi facilmente riconoscibili, e quindi si può supporre che i punti obiettivo si raduneranno nei pressi di questi punti per rendere più facile l'apprendimento delle strade. Allinizio una buona parte di San Francisco è bloccata, nascosta da una nebbia rossa che, se oltrepassata, ci riporta da dove siamo venuti. La mini-mappa, aperta con il pulsante A, dà un indizio di quanto sia grande questo luogo ma, come sempre, non si può guidare e leggere una cartina al tempo stesso, a prescindere da quello che dice la gente.

Quello che non vedo l'ora di vedere è se le missioni più disparate riusciranno a formare un insieme coeso, dato che il tutto è così enorme che potrebbe portare una certa confusione. Questo è un aspetto che si potrebbe risolvere addentrandosi ancora di più nel mondo dei sogni di Tanner. La caratteristica del tasto Shift è molto coinvolgente, e ci consente di avere il pieno controllo della città. Ma quello che davvero voglio vedere è una storia poliziesca, ottima sotto tutti gli aspetti. Una cosa che potremo verificare solo con una sessione di gioco più approfondita.

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