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Splinter Cell: Blacklist

Eric Johnson: Essere Sam Fisher

Abbiamo incontrato il nuovo attore che si cela dietro la leggendaria icona della serie Splinter Cell.

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Durante un recente viaggio a Toronto per vedere Splinter Cell: Blacklist nel nuovo studio di Ubisoft, ci hanno fatto fare un tour delle strutture. Durante quel tour abbiamo visitato lo studio motion-capture utilizzato per la creazione del gioco.

Mentre eravamo lì a dare uno sguardo ai nuovi ed impressionanti ambienti, siamo riusciti a incontrare per cinque minuti Eric Johnson, l'attore che ha il non invidiabile compito di camminare sulle orme di Michael Ironside e interpretare il protagonista di Splinter Cell, Sam Fisher.

Quindi questo è il tuo primo gioco Splinter Cell, hai scarpe piuttosto grandi da riempire.

Eric: Scarpe grosse.

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Hai lavorato con il signor Ironside?

E' riuscito ad emergere, il che è stato fantastico, e sapete quanto di creativo Michael abbia apportato al protagonista di Splinter Cell, e al progetto. Questo è molto evidente nei giochi, giocate ai titoli e vedrete la sua essenza e ciò che rappresenta.

Così abbiamo parlato del personaggio, del gioco, cosa significasse quel gioco per lui, quello per cui ha lavorato, quello che per lui è risultato frustrante, in che modo ha fatto progressi, come ne ha tenuto conto in una nuova storia, in un nuovo gioco, in un nuovo ambiente, una nuova tecnica per farlo... insomma, è stato prezioso. Queste scarpe sono grosse, ma sono anche cariche dell'input da parte di quel grandioso attore che le ha indossate per un decennio.

Splinter Cell: Blacklist
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Al contempo, come pensi di riuscire a imprimere la tua personalità al ruolo?

L'analogia che uso è questa: lo vedo come un nuovo James Bond. Ogni dieci o quindici anni abbiamo un nuovo James Bond. E ci sono alcuni aspetti canonici che lo caratterizzano, ma ogni persona, ogni attore gli ha conferito un proprio tocco personale, una sorta di nuova personalità, una propria fisicità, che lo rende unico. Ma i totem di ciò che sia James Bond lo si percepisce in ogni film. Ecco, questo risulta simile a ciò che abbiamo fatto qui.

La cosa grandiosa di Sam Fisher è il suo spirito, il suo umorismo asciutto, il suo sarcasmo, la sua rudezza. A volte appare impassibile di fronte alla follia assoluta: è tutto lì, è ancora Splinter Cell. Ha solo una voce diversa, un corpo diverso. Non mi sono mai detto: "Farò così in modo da differenziarmi". Ogni pensiero era rivolto a come prestare servizio a questo copione, a questo racconto, non mi è mai passato per la testa di lasciare un mio segno. Si trattava di mettere il progetto davanti a tutto, e ricordare da dove arrivava.

Sembra che tu abbia un bel po' di libertà nelle prove e nelle riprese. Com'è lavorare in questo ambiente, rispetto ai set tradizionali?

E' interessante perché [la motion capture] è in realtà un ibrido, perché è super tecnica, ma allo stesso tempo completamente libera. E' come fare cinema e teatro allo stesso tempo, perché ci si può muovere in un ambiente naturale, perché si può mettere la camera ovunque. E tutto ciò si gira a 360°, in ogni momento in motion capture, quindi c'è grandissima libertà in questo.

Diventa molto naturale, diventa istintivo. Il che aumenta il realismo di ogni cosa, aspetto che mi ha sorpreso. Sai, non avendo fatto motion capture prima, non mi rendo conto di quanto potesse essere libera quanto una performance. E una volta che si imparano tutti gli aspetti tecnici e si è fatta l'abitudine, diventa un'esperienza davvero gratificante, aspetto che non avevo per nulla previsto prima di dedicarmici.

Hai parlato di teatro: pensi che questa tecnica possa essere considerata al pari del teatro, anche in vista dell'impegno richiesto dal vostro pubblico?

Assolutamente, penso che hai proprio centrato il punto. Voglio dire, se lo chiedi alla gente, quella che ha intenzione di finire un gioco, ha intenzione di trascorrere 60-100 ore in vostra compagnia, e quindi deve esserci un impegno enorme da parte del vostro pubblico. Quando si registra una performance, come vedete alle vostre spalle [lo studio di registrazione a Toronto], la nostra interfaccia Strategic Mission - all'avanguardia per i tempi moderni - non è fatta altro che di una rete metallica. Quindi il livello di immaginazione e l'impegno che dobbiamo metterci, è lo stesso di quello che ci metteresti in teatro, perché queste cose sono il nostro palco.

Lo studio è come se fosse la scatola nera del teatro...

E' proprio così. E' il modo migliore per descriverlo, e si è davvero solo limitati dalla propria immaginazione. Quindi dobbiamo impegnarci, ed è proprio questo aspetto che offre agli animatori dei fantastici strumenti per costruire quel mondo intorno a noi, ed è facile lasciarsi immergere al suo interno.

Splinter Cell: Blacklist

<i>Splinter Cell: Blacklist arriverà su Playstation 3, Xbox 360 e PC il 22 agosto. Nel caso ve la foste persa, qui potete trovare la nostra anteprima di Splinter Cell: Black List.

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