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GoldenEye 007

GoldenEye 007

007 ritorna su di una console Nintendo. E lo fa nel migliore dei modi, riportando in vita un titolo indimenticabile uscito tredici anni fa su Nintendo 64. Alla Gamescom abbiamo messo le mani su Goldeneye 007 Wii.

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Qualche anno fa, ben prima che una console chiamata Xbox facesse la sua comparsa sul mercato americano, gli sparatutto in prima persona su console erano come il parmigiano sul pesce. Una porcheria. Correva l'anno 1997 e sulla console Nintendo 64 uscì un titolo chiamato Goldeneye 007. Già all'epoca i tie-in cinematografici erano sinonimo di videogioco spazzatura, eppure questo titolo entrò nel cuore degli appassionati di tutto il mondo. Ripetiamo: era il 1997 e su console si vedeva per la prima volta un gioco in grado di combinare azione in prima persona, elementi stealth, una storia ben sviluppata e soprattutto un multiplayer per quattro giocatori in split screen.

Goldeneye 007 è stato una sorta di punto di partenza per numerosi FPS per console, un titolo che guardava al futuro mostrandoci la possibilità di espugnare la roccaforte degli sparatutto per PC. Sono passati tredici anni e un remake di quel vecchio titolo torna su Nintendo Wii. L'attesa per chi ha vissuto l'era dei 64 bit è altissima, ma a Colonia abbiamo potuto verificarne la solidità anche da un punto di vista meno nostalgico.

GoldenEye 007

In realtà Goldeneye 007 non è un vero e proprio remake. Nel senso che non si tratta (solo) di una versione tecnicamente migliorata del titolo originale, bensì di un gioco sotto molti aspetti nuovo. Anzitutto cambia l'ambientazione, che in un certo senso si lascia alle spalle la guerra fredda del gioco originale, ambientato pochi anni prima della caduta del muro. Goldeneye Wii ritrae uno scenario più simile ai nostri giorni, con intrighi politici che si mischiano alla crescente paura per il terrorismo. In secondo luogo 007 ha le fattezze di Daniel Craig, l'ultimo attore ad interpretare l'agente segreto per antonomasia. Ne risultano scenari molto meno stantii e decisamente più moderni, con conseguenti cambiamenti nella sceneggiatura, negli ambienti e naturalmente nelle armi.

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L'agente 007, ad esempio, ha la possibilità di utilizzare un cellulare per comunicare con il quartier generale, nonché per hackerare computer e disabilitare torrette automatiche, creando soqquadro dietro le linee nemiche. Gli elementi stealth, in altre parole, sono coadiuvati dall'uso dell'elettronica. Ne consegue la possibilità per il giocatore di scegliere diverse strategie per approcciarsi ad ogni livello: procedere disinnescando torrette, uccidendo silenziosamente nemici o entrando con forza sono modalità di gioco possibili ed egualmente valide. Lo stile di gioco, in altre parole, è in mano al giocatore.

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Questa caratteristica si evince anche dai diversi bivi e dalle diverse strade percorribili in ogni nemico. Durante il nostro test alla Gamescom, ad esempio, ci è stato possibile aggirare un manipolo di nemici semplicemente percorrendo una strada alternativa. Ciò non toglie che avremmo potuto ugualmente raggiungere il nostro obiettivo affrontandoli di petto o hackerando i loro computer per mettergli contro le loro stesse armi automatizzate.

Tutto sembra funzionare alla perfezione: sia che si scelga la via del silenzio, sia che si scelga la via del sangue il gioco consente un eguale quantità di emozioni. Naturalmente in alcuni punti ci viene naturale affrontare il nemico, mentre in altri precisi momenti del gioco diventa irresistibile giungere alle spalle di un soldato e abbatterlo senza nemmeno dargli il tempo di fiatare. Ovvero, pur avendo a disposizione una libertà piuttosto ampia, il gioco lascia numerosi indizi in merito alla tattica giusta da seguire. Sarà onere del giocatore scegliere se ignorare questi indizi, presumibilmente complicando le cose.

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Durante la visione della campagna in single player, tuttavia, non sono mancati alcuni momenti che ci hanno lasciato dubbiosi. Ci riferiamo in particolare all'intelligenza artificiale dei nemici, i quali sembrano affetti da alcune manie suicide piuttosto che reduci da un duro addestramento militare. Più di una volta ci è capitato di notare i nemici uscire allo scoperto senza criterio. Un aspetto che, in qualche modo, rende la via del sangue meno piacevole della via stealth. Perché affrontare dei nemici stupidi quando possiamo sfruttare la loro stupidità per agire indisturbati?

Naturalmente non siamo ancora in grado di dare un giudizio definitivo, ma i dubbi rimangono. Pochi dubbi, invece, in merito alla modalità multiplayer. Il vecchio deathmatch in split screen è tornato ed è dannatamente divertente. Affrontare un gruppo composto da due colleghi e uno sviluppatore (ovviamente molto più addestrato di noi) è stata una delle esperienze più divertenti del mio primo giorno alla Gamescom. Curioso e piacevole giocare nei panni di Oddjob, il panciuto lanciatore di cappelli dotati di lama mortale, che nel gioco predilige il suo copricapo alle bombe a mano. One shot, one kill. Divino!

Goldeneye 007 non è solo un operazione nostalgica. Le premesse per renderlo un gioco robusto ci sono tutte, in particolare per il divertentissimo multiplayer che - per la verità - ci siamo goduti molto di più con il Classic Controller rispetto alla canonica configurazione Wii Remote e Nunchuk. Se il servizio multiplayer on-line sarà all'altezza del multiplayer locale (a proposito, niente Wii Speak) ci sarà da ridere. Speriamo di poter dire lo stesso della modalità single player. Il gioco arriverà nei negozi il giorno 2 novembre.

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